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9.2.2011
Risoluzione del Consiglio Direttivo sul PUC del Parco del Piano di Magadino

Il PUC del Parco del Piano di Magadino.

Presa di posizione di ASPAN del 9 febbraio 2011.

Il Consiglio Direttivo di ASPAN si è occupato, nella seduta del 20 gennaio 2011, del Piano di utilizzazione cantonale (PUC) del Parco del Piano di Magadino messo in consultazione dal Consiglio di Stato. Dopo aver ascoltato l’arch.Paolo Poggiati, del Dipartimento del territorio, il Consiglio Direttivo di ASPAN ritiene che il Piano di Magadino costituisce  l’esempio delle contraddizioni che caratterizzano, purtroppo, il territorio ticinese.  Questo comparto, di circa 4000 ettari di superficie, è pianeggiante ed è collegato con le principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie. E’ dunque sottoposto a forti pressioni per ospitare insediamenti di qualsiasi tipo. Malgrado cio’  circa la metà della sua superficie risulta ancora libera. E’ dunque giusto chiedersi, come fa il progetto di PUC, quale deve essere lo sviluppo  a lungo termine di questo comparto che si trova al centro del Cantone in una zona strategicamente importante . Il Consiglio direttivo di ASPAN ricorda che la scheda di Piano Direttore R11, approvata dal Consiglio federale nel 2005, ha ripreso il Concetto di sviluppo elaborato dal Consiglio di Stato negli anni 90. Quest’ultimo si poneva l’obiettivo di riordinare l’organizzazione territoriale , migliorare la qualità ambientale, selezionare le utilizzazioni possibili e auspicabili, coordinandole con il medesimo Piano direttore e con le pianificazioni locali. Il progetto di PUC  del Parco nasce come uno degli elementi della riorganizzazione territoriale dell’intero comprensorio. Il Parco permetterà di valorizzare non solo il  territorio di competenza ma anche il contesto circostante. Il PUC, che sostituirà i Piani regolatori comunali, è limitato al perimetro definito dalla scheda R11 del Piano Direttore ed è lo strumento pianificatorio che regola, in modo vincolante, l’uso del suolo in un territorio di interesse sovracomunale. Comprende gli spazi agricoli e naturalistici lungo il fiume Ticino dalla foce della Morobbia, a Giubiasco, fino alle Bolle di Magadino. Ha la lunghezza di ca 11 km, la larghezza di ca 2 km e si sviluppa su di un’area di 2344 ettari. Comprende, tra l’altro, una zona palustre di importanza nazionale di 1067 ettari. Sono escluse le aree edificabili  ad eccezione dell’aeroporto e di alcune aree sportive.  Il PUC   distingue gli obiettivi  riferiti  al paesaggio, all’agricoltura, alla natura, allo svago, alle sinergie, alla mobilità, all’ambiente ed all’informazione. Il Consiglio Direttivo di ASPAN riconosce la validità di  questi obiettivi e, in particolare, ritiene che occorre valorizzare e salvaguardare le peculiarità paesaggistiche  del Parco. Si dovrà promuovere la qualità degli insediamenti, dei singoli edifici, delle infrastrutture e degli spazi esterni adiacenti e dar risalto agli elementi storici , culturali e naturalistici del Parco. Il territorio agricolo dovrà essere rafforzato, sostenendo le aziende agricole,  e si dovrà favorire la collaborazione con il settore della protezione della natura. Si dovrà tener conto dell’importanza, che supera i ristretti confini locali, della presenza di biotopi e agrosistemi che ospitano specie vegetali ed animali rare e protette. Questa peculiarità,di valore  internazionale quale punto di passaggio della fauna migratrice, deve essere protetta e promossa. Il Consiglio direttivo di ASPAN auspica che il Parco venga valorizzato come area di svago di prossimità e vengano promosse le sinergie tra natura, agricoltura e svago. Un aspetto importante è quello della mobilità perché le strade del Piano, concepite assieme alla rete dei canali di drenaggio all’inizio del secolo scorso, sono state realizzate per scopi legati all’agricoltura. Attualmente vengono purtroppo utilizzate come scorciatoia e per raggiungere i centri commerciali. Il Parco dovrà tener conto delle esigenze dei diversi utenti che sono anche i ciclisti, i pedoni, i cavalieri e  gli agricoltori. Si dovrà percio’ favorire una mobilità coordinata promovendo il traffico pubblico e la gestione dei parcheggi. La stazione di Cadenazzo dovrà essere considerata quale porta principale di accesso al Parco, ritenuto che già attualmente essa è punto di convergenza e/o di transito di importanti linee di trasporto pubblico. Grazie alla realizzazione della bretella ferroviaria Lugano-Locarno il Parco diventerà ben accessibile anche dal Sottoceneri. Il Consiglio direttivo di ASPAN chiede inoltre di intensificare la lotta contro gli insediamenti abusivi e le utilizzazioni non conformi  e chiede di migliorare la sensibilizzazione della popolazione nei confronti delle peculiarità del Parco. Facciamo inoltre notare che, dal profilo funzionale, il territorio fuori dalla zona edificabile e quello all’interno della stessa interagiscono. Il futuro del territorio non edificato all’interno del PUC dipende dunque non soltanto dalle misure di gestione che saranno prese  ma anche dalla qualità degli insediamenti residenziali , produttivi e dalle infrastrutture della realtà urbana che si svilupperà ai suoi margini. Allo scopo di trovare l’appoggio della popolazione  e delle autorità locali bisognerà impedire che la periferia urbana ai margini del PUC si sviluppi in modo disordinato e banalizzante Si dovrà inoltre valutare se il finanziamento dell’Ente Parco non debba  essere assunto direttamente dal Cantone perché, da una parte, sono difficilmente ipotizzabili benefici economici per i Comuni e, d’altra parte, il Parco assumerà una valenza cantonale soprattutto quando, con la costruzione della galleria ferroviaria del Monte Ceneri, esso potrà essere raggiunto in pochi minuti anche da altre regioni del Cantone. Il Consiglio direttivo ritiene infine opportuna  la scelta della Fondazione, sulla base degli art.80 e seguenti del CCS, quale forma giuridica da attribuire all’Ente Parco . Il Cantone ed i Comuni dovranno avere un ruolo trainante  in seno all’Ente che dovrà occuparsi di implementare il PUC.

Il Consiglio Direttivo di ASPAN

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