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17.3.2014
Presa di posizione di ASPAN sul Piano Cantonale delle aggregazioni (PCA)

Il Consiglio Direttivo di ASPAN, nella seduta del 13 febbraio 2014, ha discusso il Piano cantonale delle aggregazioni messo in consultazione dal Consiglio di Stato. Ringraziamo innanzitutto il Consiglio di Stato per aver consultato la nostra Associazione e presentiamo di seguito le nostre osservazioni.

ASPAN prende atto che il Piano cantonale delle aggregazioni si fonda sulla revisione della Legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni entrata in vigore  il 27.9.2013. Conformemente all’art.2a della legge citata il PCA si compone di tre elementi: il rapporto sugli indirizzi della politica delle aggregazioni, il piano che suddivide il territorio in scenari di aggregazione e le schede descrittive per ogni scenario. Per evidenti ragioni ASPAN limita la sua presa di posizione al Rapporto sugli indirizzi che illustra le scelte di fondo che hanno condotto alle riflessioni del Consiglio di Stato.

ASPAN ricorda di essere sempre stata favorevole alle aggregazioni comunali con l’obiettivo di ottenere Comuni più forti e territori più vasti che possano essere meglio pianificati. Lo spezzettamento del territorio negli attuali  135  Enti comunali rappresenta infatti uno dei principali ostacoli ad una corretta pianificazione del territorio. Realizzare Entità comunali più forti economicamente e territorialmente più ampie rappresenta un vantaggio anche per il Cantone.  Il Ticino non è l’unico Cantone  che persegue una politica di aggregazione dei Comuni. Altri Cantoni, come Friburgo, Berna, Glarona (che ha addirittura ridotto a soli 3 i propri Comuni) sono attivi in questa direzione.

ASPAN prende atto con piacere che l’obiettivo del PCA è di avere Comuni funzionali, maggiormente autonomi e consapevoli del loro ruolo istituzionale a fianco del Cantone quali Enti di prossimità ai cittadini nell’erogare servizi. La realizzazione del PCA permetterà  una nuova ripartizione dei compiti tra Cantone e Comuni con la conseguente revisione dei meccanismi perequativi tra Cantone e Comuni. Questa revisione

dei meccanismi perequativi dovrà tener conto, nel caso degli agglomerati urbani, dei flussi interni all’agglomerato. Secondo un recente studio dell’ARE  questi flussi , che si verificano tra centro e periferia e viceversa, sono poco trasparenti e di questa situazione è opportuno tener conto.

ASPAN ritiene che il Consiglio di Stato abbia agito correttamente presentando la sua proposta di PCA senza interpellare preventivamente i Comuni. La legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni gliene attribuisce la facoltà ed i Comuni hanno la possibilità di far valere le loro opinioni in sede di consultazione. Secondo ASPAN è giusto che , al di là delle disposizioni legislative, il Consiglio di Stato abbia presentato la sua visione verso un nuovo Ticino sulla base di un concetto che tiene conto dell’assetto territoriale del Cantone. Il progetto  è molto ambizioso e ASPAN si chiede se la riduzione a soli 23 Comuni, dagli attuali 135, non sia eccessiva. Secondo ASPAN, più che concentrarsi sul numero finale dei Comuni, è importante perseguire un concetto territoriale coerente. In ogni caso ASPAN ritiene che il Cantone abbia presentato un lavoro serio che, dopo la consultazione, potrà tradursi in una sorta di Piano Direttore delle aggregazioni.

ASPAN ritiene inoltre che l’obiettivo di realizzare il PCA entro il 2020 sia pure troppo ambizioso. Secondo ASPAN non è opportuno indicare una data precisa entro la quale realizzare il PCA. Indicare una data limite significa ammettere implicitamente che i Comuni saranno costretti ad aggregarsi secondo le disposizioni del PCA. Secondo ASPAN i Comuni non devono essere costretti ad aggregarsi ma il processo dovrà avvenire in maniera spontanea tenendo conto degli indirizzi del PCA. Il Cantone potrà predisporre incentivi allo scopo di accelerare il processo aggregativo ma i Comuni non devono essere costretti ad aggregarsi. ASPAN ritiene infatti che le aggregazioni, per avere successo, devono avvenire dal basso e non essere imposte per decreto (a meno di essere in presenza di situazioni disastrate dovute a Comuni con assoluta mancanza di risorse umane ed economiche).

In conclusione ASPAN ritiene  sostanzialmente positivo il lavoro svolto dal Consiglio di Stato con il PCA. Esso permette ora a singoli Comuni ed a gruppi di Comuni appartenenti ad un comprensorio (anche al di là dei confini tracciati dal progetto cantonale) di riflettere sul proprio futuro e valutare quale assetto istituzionale offra loro le condizioni migliori per progettare il proprio sviluppo territoriale e socio-economico.

L’obiettivo di avere, a medio-lungo termine, un territorio non eccessivamente frammentato e il più compatibile possibile con lo spazio funzionale corrispondente al comparto, coerente per affinità territoriale, è valutato positivamente da ASPAN.

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